‘Ndrangheta: in manette il presunto reggente della cosca emiliana
È stato arrestato stamattina, dai Carabinieri di Modena, Carmine Sarcone, 38 anni, considerato l'attuale reggente del gruppo, indagato per associazione di tipo mafioso e ritenuto elemento di spicco della ‘ndrangheta in Emilia Romagna, collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro (nel crotonese).
Decine le perquisizioni domiciliari in atto dei Carabinieri di Modena, Piacenza e Crotone in diverse province della penisola volte alla ricerca di armi nella disponibilità della cosca.
Carmine Sarcone è il fratello di Nicolino e Gianluigi Sarcone, entrambi arrestati nell'operazione “Aemilia” del 2015. Il primo, condannato a 15 anni, era ritenuto il capo dell'organizzazione autonoma emiliana, collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro dove è stato eseguito questo fermo di indiziato di delitto, il primo emesso dalla Dda di Bologna per questo reato.
Le indagini, dirette dal Procuratore Distrettuale Giuseppe Amato e dai Sostituti Procuratori Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, hanno consentito di riscontrare le dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, tra cui Antonio Valerio, Giuseppe Giglio e Salvatore Muto, nonché di valorizzare gli esiti di pregresse attività d’indagine, facendo emergere la partecipazione di Sarcone alle riunioni tra gli esponenti della consorteria, durante le quali - sempre secondo le indagini - sarebbero stati pianificati i crimini della cosca e prese decisioni per rafforzarla.
Carmine avrebbe avuto il ruolo di rappresentante dei fratelli detenuti, con compiti direttivi e di dirimere i contrasti interni alla struttura.
L’attività investigativa avrebbe inoltre permesso di raccogliere elementi indiziari in ordine a condotte tenute da Sarcone durante il processo “Aemilia” attualmente in corso davanti al Tribunale di Reggio Emilia, tese "all’indottrinamento e alla minaccia nei confronti di alcuni testi".