Tribunale Rossano, iniziato lo sciopero della fame
Questa mattina, sabato 31 agosto, davanti al palazzo di giustizia di Rossano, si è tenuta la conferenza stampa del Comitato pro-tribunale per fare il punto sulla situazione e illustrare i dettagli dello sciopero della fame che l’avvocato Mauro Mitidieri e il rappresentante di “Terra e popolo” Flavio Stasi hanno intrapreso come segno di protesta estrema per dire no al provvedimento del Governo.
Dopo le notizie positive di ieri (venerdì 30 agosto) con le dichiarazioni del ministro e quelle del presidente della Regione Peppe Scopelliti che hanno espresso «fiducia» sulla questione Rossano, non si ferma il presidio permanente messo in atto dai manifestanti che – al contrario – vogliono innestare la marcia superiore per ottenere il prima possibile quel correttivo salvezza richiesto e osannato da diverso tempo ormai. Mitidieri e Stasi saranno costantemente monitorati dal dottore Ermanno Marino che ogni pomeriggio, intorno alle 19, redigerà un bollettino medico sulle condizioni di salute dei due.
Ad aprire la conferenza stampa di questa mattina è stato l’addetto stampa del movimento Antonio Salone che, dopo una breve introduzione, ha passato la parola al presidente del Comitato Maurizio Minnicelli che ha fatto un excursus sulle iniziative intraprese fino ad oggi per poi soffermarsi sullo spirito dell’estrema protesta messa in atto da Stasi e Mitidieri.
«Abbiamo deciso di alzare il tiro – ha detto – perché bisogna attirare l’attenzione pubblica per l’assurdità che si sta perpetrando nei confronti del nostro tribunale. Non è a rischio – ha sottolineato Minnicelli – solo la presenza fisica del presidio giudiziario ma l’intero indotto che ruota attorno che verrebbe ridimensionato in maniera esorbitante. E inoltre – ha aggiunto – con la cancellazione del tribunale aumenterebbe il grado di disordine e pericolo sociale. E noi, l’intero territorio, non possiamo correre questo rischio. Lo sciopero di Mauro e Flavio – ha concluso il presidente Minnicelli – è il tassello di un’opera più generale finalizzata ad ottenere il correttivo».
Presente alla conferenza il sindaco Antoniotti che ha annunciato che non abbandonerà il presidio e se sarà necessario allestirà una scrivania davanti al palazzo di giustizia per adempiere alla faccende che riguardano il Comune. «Lunedì mattina – ha annunciato il primo cittadino – vorrei raggiungere il prefetto di Cosenza per chiedergli di adottare tutto ciò che è di sua competenza». Tra le richieste che Antoniotti avanzerà anche quella di intercedere con il presidente del tribunale di Castrovillari, Caterina Chiaravalloti, affinché rinvii le operazioni di trasloco. E poi punta il dito contro il capo gabinetto del ministero Birritteri, reo di aver azionato la macchina infernale ai danni della città e del comprensorio.
«Dobbiamo – ha detto Antoniotti – scongiurare il trasferimento dei nostri uffici almeno per 10 giorni. Io ritengo che la battaglia la possiamo vincere anche in virtù delle dichiarazioni della ministra e del presidente Scopelliti che si sono detti fiduciosi sul caso Rossano». L’avvocato Giuseppe Zumpano ha, invece, ripercorso le fasi che hanno caratterizzato la questione del tribunale di Rossano non risparmiando nomi e artefici “dell’infausto destino” del foro bizantino. Anche per lui il maggiore indiziato resta Birritteri, reo di aver preso in maniera “sciagurata” delle decisioni che non si sono rivelate «positive ed efficienti» per il sistema giustizia.
«La giustizia – ha denunciato Zumpano – non risponde a logiche mercantilistiche. Qui c’è in mezzo la tutela per un territorio che, qualora dovesse subire questa perdita, ne risentirebbe in maniera catastrofica». Infine l’avvocato Luigi Pirillo che, dopo aver nuovamente ripreso la questione del carcere e di quanto si potrebbe ripercuotere con la cancellazione del tribunale, ha aggiunto: «Se malauguratamente le cose dovessero crollare non esiteremo a intraprendere qualsiasi tipo di vertenza con il Governo». A dare sostegno alla causa anche il moto club di Rossano e l’associazione “Di-vino club” presenti questa mattina (31 agosto) davanti al palazzo di giustizia.